Le precipitazioni atmosferiche


Le precipitazioni atmosferiche, nelle loro diverse forme, pioggia, grandine e neve, alimentano d'acqua il lago e la sua falda. La misura delle precipitazioni è data dall'altezza (in millimetri o altro), che l'acqua raggiungerebbe se fosse raccolta in un recipiente piano ed orizzontale, contornato da pareti verticali. La misura viene riferita ad un determinato periodo di tempo (giorno, mese, anno). Lo strumento utilizzato nella pratica è costituito da un imbuto circolare, avente la superficie di un decimo di metro quadro, che immette la pioggia raccolta in un sistema di pesatura o in un recipiente opportunamente graduato, che, fra l'altro, ha la funzione d'impedire l'evaporazione in attesa della lettura.
La media delle precipitazioni sul globo è di 1 metro all'anno, ma la loro distribuzione varia molto da luogo a luogo, con un massimo di 12 metri nelle Hawaii ed un minimo di 3 millimetri nel Sahara. Anche in Italia le variazioni sono notevoli con un massimo di 3 metri nel Vicentino ed un minimo di dieci centimetri nella Sicilia meridionale.
La pioggia che cade direttamente sullo specchio lacustre del lego di Bolsena contribuisce ad un immediato aumento di livello della stessa misura. Le piogge che cadono sul bacino imbrifero e scendono ruscellando verso il lago, contribuiscono con ritardo all'aumento di livello, ma se cadono in piccola quantità evaporano e percolano senza raggiungere il lago in quantità significativa. Infine, la parte di pioggia che percola nella falda, raggiunge il lago con molto ritardo.
Il grafico allegato riporta il valore medio delle piogge registrate (quelle disponibili) ad Acquapendente, Bagnoregio e Valentano, nel corso degli ultimi 42 anni. Nel 2003 erano disponibili solo le registrazioni di Montefiascone. Dal grafico si vede che nelle stazioni considerate le piogge sono diminuite di oltre il 10% nel periodo considerato. La media è attualmente di circa 920 mm/anno, ma in modo molto variabile, da un minimo di soli 660 mm ed un massimo di 1380.
Dopo un normale 1992 si sono avuti tre anni consecutivi siccitosi che hanno causato dissesti idrologici in tutti i laghi del Lazio, poi ha fatto seguito un anno molto piovoso che ha riequilibrato il preoccupante deficit di acqua.
La diminuzione del 10% delle precipitazioni non è trascurabile, infatti corrisponde a circa 10 milioni di m3, incidendo pesantemente sulla diminuzione di portata dall'emissario, la quale, a causa di altri concomitanti fattori negativi, è attualmente è ridotta a circa 25 milioni di m3.